La “strenna natalizia”, il regalo
di buon augurio, è il brano conclusivo del classico e magico
racconto di Charles Dickens "Canto di natale". In fondo tutti possiamo
riconoscerci in Ebenezer Scrooge. Ma lasciamo la parola all'autore inglese.
"Scrooge fu anche più largo della sua
parola. Fece quanto aveva detto, e infinitamente di più; e in quanto
a Tiny Tim, che non morì niente affatto, gli fu come un secondo
padre. Divenne così buon in in un tempo nella buona vecchia città,
o in qualunque altra vecchia città, o paesello, o borgata nel buon
mondo di una volta. Risero alcuni di quel mutamento, ma egli li
lasciava ridere e non vi badava; perché sapeva bene che molte cose
buone, su questo mondo, cominciano sempre col muovere il riso in
certa gente. Poiché ciechi avevano da essere, meglio valeva che
stringessero gli occhi in una smorfia di ilarità, anzi che essere
attaccati da qualche male meno attraente. Anch'egli, in fondo al
cuore, rideva: e gli bastava questo, e non chiedeva altro". (Canto di
Natale, Charles Dickens)
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