15
maggio
alle
ore 20 presso
il ristorante
Santopalato
di Pistoia (Via del Duca 7) l'Associazione Amici del giallo di
Pistoia organizza una Cena futurista con la collaborazione
dell'Associazione Internazionale produttori del verde “Moreno
Vannucci”.
Sarà
animata dallo scrittore romano Giulio Leoni, esperto del movimento
futurista e autore di romanzi ambientati nei primi anni del secolo.
Menu
Aperitivo
Polibibite
Snebbiante
(formula del critico d'arte Saladin)
1/3 di liquore di artemisia; 1/3 di rabarbaro; 1/4 di grappa
(formula del critico d'arte Saladin)
1/3 di liquore di artemisia; 1/3 di rabarbaro; 1/4 di grappa
Inventina
(formula dell'aeropoeta futurista Filippo Tommaso Marinetti)
1/3 di Asti spumante; 1/3 di liquore d'ananas; 1/3 di sugo d'arancio gelato
(formula dell'aeropoeta futurista Filippo Tommaso Marinetti)
1/3 di Asti spumante; 1/3 di liquore d'ananas; 1/3 di sugo d'arancio gelato
Antipasti
Bombardamento
di Adrianopoli
Arancini
con dentro pezzetti mozzarella, salame e altri ingredienti a
fantasia.
Traidue
Piccoli
tramezzini coloratissimi, una fetta di pane spalmata di pasta
d’acciughe, l’altra di marmellata di mele. In mezzo affettati
misti.
Primi
Risotto
Trinacria
Riso
condito con soffritto di cipolla e dadini di tonno, decorato con
olive snocciolate e capperi
Secondi
con contorno
Carneplastico
polpettone di carne con 11 tipi di verdura, 3 tipi di carne e
avvolto da uno strato di miele: elementi usati ad indicare orti,
giardini e pascoli i territori d’Italia. (ideato da Fillìa)
Pollofiat Pollo arrosto, interno
pennellato di zabaione e farcito di confetti argentati. Decorato
all’esterno con piccoli canditi.
oppure
Salsicce
sbigottite sotto la prima neve
Peralzarsi
(dolce)
Fragolamammelle: due coppette di
pasta di mandorle (o ricotta montata) con due pezzetti di ciliegia
candita, circondate da zabaione.
Caffemanna
Caffè
americano addolcito con panna montata
Prezzo
30 Euro.
Necessaria
la prenotazione al Santopalato (0573 31144 o 366 1848920 - Fabio)
La
cucina futurista
Il
Futurismo è stato uno dei più importanti movimenti d’avanguardia
del secolo appena trascorso, e certamente quello più noto all’estero
tra quanti sorsero in Italia.
Era
animato da un gioioso entusiasmo per tutto ciò che era moderno e
rivoluzionario, si inebriava della velocità e adorava le macchine e
i ritrovati delle nuove tecnologie, dall’energia elettrica al volo.
Ma la sua caratteristica più originale fu il progetto di uscire
dallo stretto ambito delle arti, per svecchiare e “velocizzare”
ogni aspetto della vita. Attraverso una serie successiva di
“manifesti” i suoi membri, capitanati da F.T.Marinetti,
affrontarono via via tutti gli ambiti dell’estetica, dalle arti
visive alla poesia, dall’architettura alla musica, dal teatro alla
danza, in quella che avrebbe dovuto essere una totale “ricostruzione
futurista” dell’universo.
Nel
1930 fu la volta della cucina, quando dopo una cena nel ristorante
milanese “Penna d’oca” Marinetti lesse il suo primo “Manifesto
della cucina futurista”.
Il
manifesto prendeva le mosse da un violento attacco alla pasta
asciutta, accusata di appesantire il corpo e rallentare il pensiero,
per poi formulare una serie di nuove regole alimentari, con la
introduzione di insolite combinazioni di sapori (mirate alla
cancellazione delle tradizionali divisioni dolce-salato,
caldo-freddo, liquido-asciutto), insieme con l’inserimento
nell’alimentazione di nuovi odori, e soprattutto suoni e sensazioni
tattili e visive. In cucina avrebbe dovuto entrare la scienza
moderna, sotto forma di ozonizzatori per elettrizzare
liquidi e vivande; lampade per emissione di raggi ultravioletti;
elettrolizzatori per scomporre succhi estratti in modo da ottenere
nuovo prodotti con nuove proprietà; mulini colloidali per rendere
possibile la polverizzazione di farine, frutta secca, droghe;
apparecchi di distillazione a pressione ordinaria e nel vuoto,
autoclavi centrifughe, dializzatori.
I
cibi tradizionali avrebbero dovuto assumere nuove forme, in modo da
trasformarli in esempi di “sculture” alimentari. Ugualmente le
bevande venivano rinnovate, attraverso l’invenzione di numerosi
nuove forme di cocktail o polibibite,
insieme con quella di dessert innovativi (ribattezzati peralzarsi
dalla fantasia di Marinetti).
Veniva
rivoluzionato anche il servizio, attraverso l’eliminazione delle
posate e l’uso di contenitori industriali al posto dei tradizionali
piatti. Si imponeva infine di modificare il luogo stesso
dell’alimentazione, trasformandolo in una sorta di spettacolo
teatrale ove le portate avrebbero dovuto essere accompagnate da brani
musicali, e recite di poesie e di piccoli spettacoli teatrali. I
ristoranti avrebbero dovuto essere “velocizzati”, attraverso
l’uso di una decorazione basata su pannelli metallici, tavoli e
sedie dalla forme avveniristiche, illuminazione elettrica violenta,
carrelli meccanici per il servizio, camerieri in costume di robot
ecc.
L’8
marzo del 1931, in un locale torinese ribattezzato “Taverna del
Santopalato”, alla presenza di un gruppo
aeropittori, aereoscultori e poeti ebbe luogo la prima cena
futurista, con un banchetto di quattordici portate il cui menù era
abbellito da illustrazioni di vari artisti, tra i quali Medardo Rosso
e Fillia, mentre la decorazione del locale fu affidata all'architetto
Nicolay Diulgheroff. Grandi pannelli luminosi e superfici di
alluminio fecero da sfondo all’evento.