Giacomo Aloigi, giovane avvocato fiorentino, ma anche saggista e musicista, con Sabbia in bocca è alla sua seconda prova letteraria.
Nel 2005 ha esordito con “Buio”, un noir mozzafiato che tiene il lettore in tensione fino all’ultima pagina, addirittura fino all’ultima parola. Unisce una trama densa di colpi di scena all’analisi del lato oscuro dell’animo umano.
Sabbia in bocca si può definire un poliziesco di stampo classico in ambientazione fiorentina. C’è un crimine efferato e un testimone oculare, i Carabinieri che indagano e, a latere, una giornalista di “nera” che ha subito un trauma personale e che proprio per questo vuole andare fino in fondo alla vicenda con determinazione e coraggio. Anche in questo secondo libro i colpi di scena e la suspence non mancano fino alle ultime pagine. Lo stile si è fatto più asciutto, meno descrittivo, i personaggi sono tutti molto credibili ma quel che colpisce di più è la maestria con cui Aloigi dipana il complesso intreccio narrativo e la scelta, all’inizio del romanzo, di presentarci i personaggi come attori che sfilano su un palcoscenico. I dialoghi appaiono un po’ manierati e non sempre attagliati alle caratteristiche dei singoli personaggi. In particolare quelli delle forze dell’ordine mancano della crudezza che caratterizza il filone dei polizieschi ambientati nella dura realtà metropolitana.
Susanna Daniele
Nel 2005 ha esordito con “Buio”, un noir mozzafiato che tiene il lettore in tensione fino all’ultima pagina, addirittura fino all’ultima parola. Unisce una trama densa di colpi di scena all’analisi del lato oscuro dell’animo umano.
Sabbia in bocca si può definire un poliziesco di stampo classico in ambientazione fiorentina. C’è un crimine efferato e un testimone oculare, i Carabinieri che indagano e, a latere, una giornalista di “nera” che ha subito un trauma personale e che proprio per questo vuole andare fino in fondo alla vicenda con determinazione e coraggio. Anche in questo secondo libro i colpi di scena e la suspence non mancano fino alle ultime pagine. Lo stile si è fatto più asciutto, meno descrittivo, i personaggi sono tutti molto credibili ma quel che colpisce di più è la maestria con cui Aloigi dipana il complesso intreccio narrativo e la scelta, all’inizio del romanzo, di presentarci i personaggi come attori che sfilano su un palcoscenico. I dialoghi appaiono un po’ manierati e non sempre attagliati alle caratteristiche dei singoli personaggi. In particolare quelli delle forze dell’ordine mancano della crudezza che caratterizza il filone dei polizieschi ambientati nella dura realtà metropolitana.
Susanna Daniele
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