sabato 26 dicembre 2009

SEGNALAZIONE DI FINE ANNO


Voglio chiudere il 2009 con una segnalazione per lettori accaniti di qualsivoglia genere letterario.
Grazie a una lettrice conosciuta su Anobii che di professione fa la bibliotecaria ho scoperto un prezioso libriccino di una delle ultime grandi editor: Grazia Cherchi, "Basta poco per sentirsi soli", editore e/o, 1991.
Una vera chicca. Poche pagine in cui la fondatrice di Quadermi Piacentini racconta le fobie, le ansie, i tic di tutti quei narcisi patentati che sono gli scrittori.
Ho trovato anche un intervento pubblicato: sabato 24 gennaio 2009 da Giammarco Raponi in: blog&web recensioni narrativa italiana


"Grazia Cherchi, morta nell’agosto del 1995, è unanimemente riconosciuta come l’ultimo grande editor della nostra cosiddetta industria culturale, basterebbe vedere gli attestati di ringraziamento di scrittori come Benni, Baricco, Carlotto, Maggiani e via elencando.

Nonostante le tante manifestazioni di affetto, però, il mestiere di editor non ha sempre riscontrato benevolenza da parte degli scrittori, e Basta poco per sentirsi soli (edizioni e/o, 1991), nonostante la data di pubblicazione, è lì a testimoniare quanto sia complesso, e però utile, partecipare, seppur con le dovute distanze, alla lavorazione di un testo, rimanendo su un piano in cui il rapporto tra editor e scrittore è professionale e di amicizia insieme.

Si tratta insomma di un meraviglioso libro di racconti che a suo modo, ovvero con elegante ironia, e soprattutto autoironia, restituisce un po’ il ritratto della società letteraria che ruotava intorno alla Cherchi.
Ne viene fuori una divertente silloge in cui il letterato, saggista poeta o romanziere che sia, giovane o navigato che sia, appare, e forse lo è davvero, impietosamente e amorevolmente narcisista, caratterizzato da un eccessivo egotismo in grado di impedirgli di mettere in discussione un solo rigo della propria opera.

Tuttavia, le vere vittime non sono loro, gli scrittori, dico, con tutte le loro manie e frustrazioni, sempre in bilico tra la vita e la morte, ma la stessa protagonista e voce narrante, ovvero Grazia Cherchi.

Il tormento più autentico, invece, arriva dal telefono dell’editor che squilla in continuazione, dagli appuntamenti che si sprecano e si risolvono spesso in una seduta psichiatrica, arriva dal campanello che suona nervoso e così ha inizio un vero e proprio assedio da parte dei suoi scrittori tormentati, i quali rovesciano su di lei incertezze e indecisioni sul da farsi, nella vita come nella letteratura.

“Grazie comunque” aggiunge, “tutto bene anche a te?”.
“Sono stata borseggiata, però… Pronto’”.
“Sì ho capito. Sei stata corteggiata. E allora?” chiede annoiato.
“No. Ho detto: borseggiata”.
“A me quattro giorni fa hanno rubato la radio dell’auto. Non te l’ho raccontato? Una jella maledetta. Stavo uscendo da casa…”.
Basta poco per sentirsi soli.

E, insomma, la letteratura, per l’appunto, si diceva poc’anzi, perché la vera dannazione non è soltanto fare letteratura ma è, soprattutto, “come” farla."

Non posso che essere d'accordo sulla considerazione finale.

Buon 2010 ai compagni di avventura dell'Associazione, a chi ci segue, a tutti i lettori e, dulcis in fundo, agli scrittori.
Susanna

1 commento:

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