martedì 6 marzo 2012

Intervento di Alberto Eva al Festival del giallo di Pistoia


Seconda e ultima parte


E’ così che nasce la cosiddetta SVOLTA DI SALERNO. Contro ogni aspettativa, Togliatti:
- accettò il patto di unità d’azione dei partigiani comunisti con i combattenti di ogni altra estrazione politica;
- si dichiarò disposto a seguire “la via democratica al socialismo”. Ovvero: elezioni democratiche, poi chi vince vince. Con la segreta speranza, nel breve periodo, DI PERDERE. Ateo convinto, deve aver pregato anche il Dio nel quale non credeva, per ottenere la grazia della sconfitta. Sarebbe avvenuto quel finimondo che sarebbe stato accettabile avendo una relativa sicurezza di uscire vincitore. Ma avendo tutte le carte contro di lui…
Naturalmente, “il Migliore” fu costretto a strizzare l’occhio ai suoi. “Intanto, sconfiggiamo i nazifascisti; poi si va alla seconda ondata”. Mai detto esplicitamente, ma la parola d’ordine circolò. Infatti, i massacri cui fa riferimento il Pansa che non pensa, secondo un colorito giudizio che non è mio – HO DETTO CHE NON GIUDICO, E CONTINUO A FARLO – ma di quel VECCHIO ARNESE…PARDON, AMICO DI LORIANO MACCHIAVELLI, si riferiscono all’immediato dopoguerra, avvenuti nel triangolo a maggior densità comunista. Malintesa seconda ondata, frustrazione per l’assenza della medesima, acconto preso nell’attesa messianica che questa si verificasse… Certo è che nei pagliai della Bassa, fino a tutti gli anni ’60, le armi rimasero, e ben nascoste.
OPPOSIZIONE STRISCIANTE AL SISTEMA, perché?
Non a caso, Togliatti è sempre stato accusato di doppiezza. Infatti:
- Non favorì certo la liberazione di Gramsci;
- I testi di Gramsci furono pubblicati dopo la sua revisione (di Togliatti);
- Fu garrulo schiavetto di Stalin, tanto che sopravvisse alle purghe;
- Non mosse un dito in favore dei prigionieri italiani in Unione Sovietica, dopo la sconfitta dell’Asse, e dopo che migliaia di poveri cristi furono lasciati dai BELLI-NAZI sul Don, a difendere LA LORO RITIRATA. NIENTE PAURA: AD EL ALAMEIN, STESSO COMPORTAMENTO DI QUELLA RAZZA (DI CANI) SUPERIORE. Molti prigionieri morirono di stenti. Non disse proprio “così imparano”, ma ci andò vicino;
- Come si è visto, durante la Resistenza si esibì in pericoloso (per gli altri) equilibrismo.
LA DOMANDA DELLE CENTO PISTOLE, E INDIPENDENTEMENTE DAL SOGGETTO, è la seguente: una volta che, seguendo la “via democratica al socialismo”, i comunisti fossero pervenuti al governo dell’Italia, si sarebbe DOVUTA IMPORRE LA DITTATURA DEL PROLETARIATO, PIETRA ANGOLARE DEL COMUNISMO, oppure si sarebbe ricorsi al solito pateracchio da SOCIALTRADITORI, degno del RINNEGATO KAUTSKY, costituendo un ibrido che avrebbe consentito il ritorno al governo, in una successiva tornata elettorale, degli altri partiti posti all’opposizione? Nel primo caso, TANTI SALUTI ALLA DEMOCRAZIA, e quindi siamo davvero di fronte ad una OPPOSIZIONE STRISCIANTE ANTISISTEMA; nel secondo, il programma di Togliatti è insensato in quanto nega le RAGIONI DEL COMUNISMO.
Nell’incertezza, abbiamo vissuto (o siamo stati costretti a vivere?) in un sistema di democrazia bloccata (per qualcuno, un regime): MA NON SI ERA DETTO CHE OGNI SISTEMA SI DIFENDE? Sembra quindi inutile fare gli spiritosi su Moro e la DC, come ho sentito fare dal soliti uccellini disinformati, pronti a sostenere che “Todo Modo” di Elio Petri è un capolavoro o per lo meno l’opera più ambiziosa del regista. E’ un film figlio del suo tempo; oggi terribilmente invecchiato e comprensibile solo mediante una ricostruzione filologica, del tutto inutile in quanto sterile.
Rimane da esaminare un ultimo tipo di opposizione: IL TERRORISMO. UOMINI DETERMINATI, aventi l’intenzione di rendere la vita impossibile al sistema. Sopravvive in base alla connivenza, all’omertà, del “BOUILLON DE CULTURE” in cui è immerso; se lo è. Secondo la QUANTITA’ DEL BRODO, può andare avanti PER ANNI. VEDI IRLANDA, PAESI BASCHI. L’intoppo è che SE IL SISTEMA RESISTE, non ha grandi POSSIBILITA’ DI SUCCESSO. In Algeria è però riuscito a vincere. In quali condizioni sia finito quel Paese, è un GIUDIZIO: quindi NON MI ESPRIMO. Il dato è che in Algeria il terrorismo ha vinto.
Siamo alla stretta finale. Cosa ACCOMUNA gli elementi di SOVVERSIONE DEL SISTEMA fin QUI RICORDATI?
- I coloni americani sapevano che LA CORONA avrebbe potuto batterli SOLO INVIANDO OLTREOCEANO UN ESERCITO FORMIDABILE. Operazione costosa, superiore alle tasse che potevano ricavarsi ASSOGGETTANDO I RIBELLI. Inoltre, lotta dall’esito incerto e lunghissima: immaginarsi dover inseguire gli sradicati che arretrano verso l’interno… fino all’Oceano Pacifico! Non valeva la candela.
- Garibaldi aveva dalla sua l’acquiescenza dell’Inghilterra; senza di questa, non sarebbe nemmeno giunto in vista della Sicilia. In buona parte, deve il suo successo militare alle illusioni instillate negli abitanti dell’isola, in termini di terra ai braccianti; tali che anche i nipotini dei Gattopardi, spaventati e temendo di perdere tutto, gli si accodarono, correndo in soccorso del vincitore… Attenzione: contro la vulgata, non è il principe di Salina che afferma “Tutto deve cambiare affinché tutto resti come prima”; lo dice il suo rampante e opportunista nipote Tancredi. E’ tanto vero, che niente doveva cambiare, che quando i contadini di Bronte chiesero le terre, vennero fucilati. A reprimere la sommossa fu inviato Nino Bixio, sulle patenti di democraticità del quale ci sarebbe da discutere, alla luce del fatto che morì in Malesia, mentre esercitava la poco nobile professione di negriero. Intorno a quella repressione, visione consigliata: “Bronte – Cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno mai raccontato”, Italia/Jugoslavia 1972, regia di Florestano Vancini.
- Francisco Franco sapeva di poter contare sui finanziamenti dei latifondisti spagnoli, ma soprattutto sull’Internazionale Fascista. Ad aiutarlo corsero i partiti fratelli italiano e tedesco. Riguardo a quest’ultimo, si segnala l’opera della DIVISIONE CONDOR, la prima al mondo che abbia bombardato con gli aerei una popolazione civile. Immagine consigliata: “Guernica”, di Pablo Ruiz, in arte Picasso. Prove generali della Seconda Guerra Mondiale che sarebbe iniziata poco dopo, 1939. E’ pur vero che in difesa della repubblica accorsero le Brigate Internazionali (Carlo Rosselli: “Oggi in Spagna, domani in Italia”), volonterose quanto impreparate a combattere contro militari addestrati. Si aggiunga che i COMPAGNI COMUNISTI aiutarono gli avversi alla repubblica, trucidando un cospicuo numero di anarchici al solo scopo di avere il comando assoluto delle operazioni e dei comitati centrali, ottenendo che il “No pasaran” della Pasionaria DOLORES IBARRURI fu promessa non mantenuta… Ma lei, col fischio che rimase a combattere. Era sull’ultimo aereo in partenza da Madrid, destinazione Mosca. Visione consigliata: “Mourir à Madrid” – “Morire a Madrid”, documentario, Francia 1963, regia di Frédéric Rossif.
- Le guerriglie, in quanto mai sconfitte, di questo fatto incontrovertibile si nutrono. Solitamente, è la controparte che finisce per cedere. Osservare quel che avviene in Afghanistan… Le truppe d’occupazione si ritireranno, e tutto tornerà come prima. Solo: andarlo a raccontare a chi è morto, che era un’impresa scervellata… Bastava aver letto “Kim” di Rudyard Kipling, per conoscere gli afgani. Inoltre: a batterli non sono riusciti i russi, e se non ne sono venuti a capo loro, difficile un miglior risultato degli occidentali. Non perché i russi sono più bravi: semplicemente, hanno molto più disprezzo, rispetto a noi, delle regole e della vita umana (vedi Cecenia). E’ la loro cultura; un dato di fatto.
- La rivoluzione. Da manuale, quella FRANCESE. I nobili hanno tutti i privilegi; la borghesia preme in quanto reclama IL POTERE DECISIONALE, visto che è l’unica classe a generare ricchezza. Esempio perfetto di CONFLITTO DI CLASSE, SECONDO LA VISIONE DI MARX. Una classe egemone, un’altra che gli contende il potere, ed è matura per assumerlo. Il Paese è alla bancarotta. Il Re convoca gli Stati Generali, aperti il 5 MAGGIO 1789. A rappresentare il Terzo Stato, uomini provenienti dalle professioni, borghesia affluente. Ci finirà perfino qualcuno appartenente al clero: Sieyès e Fouché erano preti, Talleyrand addirittura vescovo (nel 1790 divenne presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente voluta dal Terzo Stato). A seguire, LA PRESA DELLA BASTIGLIA, 14 LUGLIO, ROUGET DE LISLE con la MARSIGLIESE, il giuramento DELLA PALLACORDA, la promulgazione degli IMMORTALI PRINCIPI DELL’89… Il 9 termidoro (27 luglio) 1794, con la defenestrazione di Robespierre (ghigliottinato il giorno successivo), il nuovo ordine è stabilito. SOLO CINQUE ANNI: PER QUALE MIRACOLO? Lo spiega piuttosto bene Georges Sorel, anarco sindacalista, nelle sue “CONSIDERAZIONI SULLA VIOLENZA”. In sé, il soggetto potrebbe essere considerato un “cattivo maestro”: sembra che il cavalier Benito Mussolini abbia tratto ispirazione dalla sua opera, per forgiare il suo pensiero politico… Solo, la sensazione è che non ci abbia capito granché, ma il discorso sarebbe lungo… Che cosa sostiene, Sorel? Semplice: IN FRANCIA, I TEMPI ERANO MATURI PER IL CAMBIO. Di seguito, osserva che IL CRISTIANESIMO HA SCONFITTO, DISTRUGGENDOLO, L’IMPERO ROMANO; ma gli sono occorsi DUE SECOLI E MEZZO per raggiungere il POTERE TEMPORALE, PER IMPORSI: TEMPI NON MATURI. E’ ANDATA PERFINO DI LUSSO, PERCHE’…
SI PARLAVA DI TEMPI NON MATURI… NELL’OTTOBRE (per noi novembre. Per dire quanto il Paese fosse progredito: in Russia veniva ancora usato il calendario giuliano, quando nella rimanente parte del mondo civilizzato si usava quello gregoriano…) 1917, Lenin dà l’assalto al Palazzo d’Inverno. Di fatto, il BOLSCEVISMO VA AL POTERE.
Bene o male che sia, è giudizio da tifosi. Da sportivo, osservo che:
- Il “manifesto del partito comunista” è datato 1848. Scritto in Inghilterra, Paese che si trovava nel pieno della Rivoluzione Industriale, pertanto il testo occhieggiava il “proletariato maturo” del luogo, e quello tedesco. Non mi attardo a stabilire se maturo fosse, o reso tale dall’immaginazione di un poeta (al limite, è possibile che Marx solo questo fosse. VALUTAZIONE CHE LASCIO AI PRESENTI); e nemmeno se fosse in grado, come ipotizzava Marx, di autogovernarsi: NON SAREBBE SPORTIVO. Certo è che fu chiesto il suffragio universale, ma fu rifiutato, ben sapendo che si sarebbe venuta ad instaurare una DITTATURA DEL PROLETARIATO, molto democratica in quanto si sarebbe trattato della dittatura di 99 sul centesimo. E questo la dice lunga sul senso della democrazia che avevano gli inglesi dell’epoca. Il suffragio verrà: ad operai debitamente imborghesiti.
- La rivoluzione bolscevica nasce nel 1917, su un territorio che conosceva soltanto il genere del sottoproletariato, affatto diverso dal proletariato maturo inglese e tedesco. Contadini diseredati, ex (? La “liberalizzazione”, per usare un termine oggi di moda, c’era stata; tuttavia rimasta largamente sulla carta) servi della gleba, solo desiderosi di appropriarsi delle sudate, da loro, "in person", zolle, che coltivavano; sparsi su un immenso territorio che contava centocinquanta etnie ed un centinaio di religioni, compresa quella animista. DIFFICILE PARLARE, NELLA CIRCOSTANZA, DI PROLETARIATO MATURO.
UGUALMENTE NON MATURE POSSONO DEFINIRSI LE CIRCOSTANZE IN CUI NASCE LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA: VISTO CHE FURONO OCCASIONALI, agli antipodi di quelle che generarono la Rivoluzione Francese. Avvenne, infatti, che nel 1917 il Kaiser Guglielmo si rese conto di avere osato troppo, impegnandosi a combattere sia sul fronte occidentale (Francia) che su quello orientale (Russia). Scelse, per motivi geopolitici ma anche strategici (contro il Generale Inverno aveva combattuto senza successo anche Napoleone…) di sganciarsi dal secondo. Per non perdere la faccia, inviò emissari in Svizzera, che contattarono l’esiliato Lenin, offrendogli denaro per realizzare la rivoluzione, ed un treno speciale per il viaggio verso la madre patria. Per cautela, lo caricarono su un VAGONE PIOMBATO: tante volte fosse colto dall’intenzione di fare il furbo. Quello partì, fece il suo bravo sommovimento, ed a breve seguì la pace con i tedeschi, firmata a Brest Litovsk personalmente da Trockij. Scordarsi i tempi maturi: il fallimento era nelle cose fin dall’inizio. Bene, male? Domanda da rivolgere ai TIFOSI.
- I partigiani. Se l’esito della guerra fosse dipeso da loro, sarebbero stati sconfitti in poco tempo. Preponderanti, erano le forze avversarie. Solo che, dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti, la vittoria sul nazifascismo diventava solo questione di tempo. Si trattava, appunto, di resistere. E’ del resto noto che fin dal 1941/42 gli alti comandi tedeschi sapevano di essere destinati alla sconfitta: con l’Inghilterra che non si arrendeva, secondo la promessa di Churchill; con il generale Inverno che combatteva a fianco dei sovietici, disposti a macinare uomini su uomini per non arrendersi… hanno avuto venti milioni di morti… difficile pervenire ad una vittoria. Ci si era affezionati all’idea del blitzkrieg, che si era rivelato un tragico bluff. E’ stato da delinquenti, avendo contezza della sconfitta sicura, continuare la guerra. E cerchiamo di non far passare Von Stauffenberg per un eroe: era uno junker, figlio di finanziatori di Hitler, e si decise all’attentato solo per salvare il salvabile, rimanendo sostanzialmente fedele all’idea nazista intorno alle magnifiche sorti, e progressive, del popolo germanico.
- La “via democratica al socialismo”… in fondo è nient’altro che la mia idea, sopra espressa, di un partito in eterna minoranza che inizia la lunga marcia tendente a riformare le coscienze, a rendere più intelligenti i famosi 4500 imbecilli che avevano fatto la fortuna di Barnum. Ci si era avviati, su quella strada, pur consci della sovranità limitata che incombeva sul Paese. L’operazione fu bloccata col famoso ’68, che tentò di mettere il carro avanti ai buoi. Si è voluto tutto e subito; è finita com’è finita: a revolverate, come avevo previsto fin dall’inizio. Conoscevo il contenuto de “I demoni” di Dostoevskij. Ne consiglio la lettura: istruttiva.
- Il terrorismo. Ha funzionato in Algeria, perché gli indigeni erano stufi della dominazione francese. Le colonie erano, del resto, divenute ormai antistoriche. I francesi non intesero mollare facilmente la presa. S’inventarono l’OAS. Spedirono in Algeria i parà. Torturarono, fucilarono; uccisero, ma non riuscirono a spuntarla. Visione consigliata: “La Battaglia d’ Algeri”, Italia/Algeria, 1966, regia di Gillo Pontecorvo.
IN TUTTI I CASI RICORDATI (ESCLUSA LA RIVOLUZIONE SOVIETICA, CITATA SOL PERCHE’ CONFERMA LA REGOLA), IL SUCCESSO E’ ARRISO AI CONTESTATORI DEL SISTEMA IN QUANTO MANCAVA LA CERTEZZA DELLA VITTORIA, MA C’ERANO MOLTE POSSIBILITA’ CHE QUESTA VENISSE CONSEGUITA, salvo per la “via democratica al socialismo” che ha avuto un intoppo AL SUO INTERNO, COL ’68, E NON PER LA RAGIONE CHE IL PROGETTO IN SE’ FOSSE CHIMERICO. ERA ANZI AVVIATO SU UNA BUONA STRADA. Qualcuno di voi giudicherà un bene, che quell’intoppo si sia verificato, ma solo perché E’ UN TIFOSO, NON UNO SPORTIVO. A gratificarlo, dal suo punto di vista, è la considerazione che, sì, va bene, ci sono stati gli anni di piombo, ma poi è venuto il riflusso, il ritorno al privato, la Milano da bere, TANGENTOPOLI ma, FORTUNATAMENTE PER L’OPINIONE POLITICA DEL RICORDATO SIGNOR QUALCUNO, BERLUSCONI HA TAMPONATO la valanga della “gioiosa macchina da guerra” che illuse Paperello Occhetto…
Dal suo punto di vista, se non c’erano le Brigate Rosse, qualcuno avrebbe dovuto inventarle: per provocare la “benefica” sequenza indicata. Del resto, qualcuno ha supposto che dietro le BR ci fosse la CIA. In questa ottica, le BR sono state un modo come un altro per rendere impresentabile il ’68 e tutti i movimenti che ne sono nati, e per screditare la classe operaia. Non bastasse: i saputelli, a proposito di Moro, si sono dimenticati del fatto che il rapimento dell’uomo politico avvenne mentre questi stava per concludere il famoso compromesso storico, andato ad escort dopo la sua morte e… da scommetterci i gioielli di famiglia, che la CIA non vedeva di buon occhio quell’accordo con Berlinguer.
…e siccome ce n’è per tutti, come non ricordare, qui, che i primi due milioni di miliardi di debito pubblico sono nati negli anni ’80, per fare imborghesire gli operai in modo che non pensassero alla rivoluzione e si comprassero perfino le mutande firmate… All’epoca, una coppia che portava a casa, con un paio di stipendi, due milioni, non sapeva nemmeno come spenderli, per questo, è inutile lamentarsi degli odierni sacrifici: i nodi sono venuti al pettine. E questo vale anche per la media borghesia: si è voluto calmare gli animi ai primi anni ’80, OVVERO SI E’ DIFESO IL LORO SISTEMA, ed ora c’è da saldare il conto. Come afferma Bertolt Brecht: solo la morte, è gratis; tutto il resto si paga.
Siamo allo snodo finale. Tutti coloro che sono riusciti a rovesciare un sistema, hanno agito dopo una attenta analisi della situazione. Attivi, ma non ignoranti. Fidarsi dei sovversivi: Togliatti sosteneva che “se sbagliate l’analisi, sbagliate tutto”. Come dire: siete destinati al fallimento.
Lo stesso non può dirsi del terrorismo rosso: BR e dintorni.
L’intendimento, citato a memoria, era di far scoppiare le contraddizioni del sistema capitalistico e delle multinazionali. Su quale base? Ricordo gli slogan che circolavano al tempo:
- fascisti, borghesi, ancora pochi mesi;
- è ora, è ora, la casa a chi lavora;
- (un altro slogan, molto più realistico pur se – ma appunto perché – boccaccesco, recitava: “E’ ora, è ora, la fica a chi lavora”);
- il popolo è forte e vincerà;
- il salario è una variabile indipendente dal profitto;
- la violenza è la levatrice della storia (Marx);
- non si può fare la frittata senza rompere le uova (Mao);
- il capitalismo è come un pesce marcio sotto la luna; luccica, ma puzza (non è vero, solo verosimile: tratto da “Uno, due, tre!” USA 1961, regia di Billy Wilder, sceneggiatura dello stesso Wilder in coppia con l’immarcescibile, consueto I.A.L. Diamond. Si consiglia la visione: mostra l’effetto che il denaro produce su un “onesto” comunista dalle convinzioni “ferree e metallurgiche”, avrebbe detto Ginanni ai suoi bei dì. L’ammazzarono di botte; i fascisti);
- Molta confusione sotto il sole; tempo ideale, per la rivoluzione (Mao);
- Giù le mani dal Vietnam;
- O Chi Min, O Chi Min!
- Vogliamo tutto (Nanni Balestrini);
- Uno, Cento, Mille Vietnam;
- “Di tutti i sistemi economici e sociali, il capitalismo è senza dubbio il più naturale. Il che basta già di per sé a indicarlo come il peggiore” (altro falso verosimile, tratto da “Estensione del dominio della lotta”, di Michel Houellebecq, prima edizione francese 1994, italiana (RCS libri), 2001);
…furono considerati sufficienti a ritenere che il momento fosse maturo per un rivolgimento profondissimo. D’accordo: c’era una maggioranza silenziosa ma, come si è già considerato, è il 5% del popolo, che fa la rivoluzione; il resto, seguirà.
Solo che far diventare gli italiani un popolo di rivoluzionari è operazione impossibile. Secondo il Guicciardini, gente troppo intenta al proprio “particulare”, ed a distanza di 500 anni non è cambiato molto.
Il fallimento era nelle cose; un tragico abbaglio, un attacco di superomismo, un terrificante errore di analisi. DI FATTO, SPAVENTOSA IGNORANZA ATTIVA, da parte di persone anche di buoni studi. L’eventuale zampino della CIA non giustifica niente: dato e non concesso che questa abbia agito, per farlo ha dovuto trovare un brodo di coltura adatto: un branco di imbecilli pronti a ritenere che fosse possibile una rivoluzione, qui e in quel momento. Operazione, al contrario, irrealizzabile in qualsiasi momento, del resto, in Italia. A voler essere sottili, la SITUAZIONE ODIERNA E’ ASSAI PIU’ PRERIVOLUZIONARIA DI QUELLA DEGLI ANNI SETTANTA. Incertezza, malcontento, diritti posti in discussione, gente che non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, precariato, disoccupazione, disoccupati a go-go… E se la gomma non scoppia oggi, volete che qualcosa potesse avvenire negli anni ’70, quando LA DUE CAVALLI DELLA CITROEN ERA CONSIDERATA LA MACCHINA DEI RIVOLUZIONARI? FIGURARSI, I RIVOLUZIONARI IN MACCHINA!
Del resto, per comprendere la pochezza brigatista, è stato sufficiente ascoltarli durante i vari processi cui sono stati sottoposti: linguaggio semplificato al massimo, lessico di cinquecento parole, vuoti slogan ripetuti a pappagallo… Nient’altro.
L’assunto è: SPORTIVAMENTE, capisco che un OMICIDIO POLITICO NON E’ UN OMICIDIO TOUT COURT.
UNA STRAGE DI MAFIA ha certo, anch’essa, le SUE RAGIONI e, IN APPARENZA, se volessimo seguire il mio atteggiamento SPORTIVO FINO ALLE ESTREME CONSEGUENZE, DOVREMMO EVITARE UN GIUDIZIO anche su QUESTO EVENTO. SOLO CHE:
- IO HO INVITATO A QUELL’ATTEGGIAMENTO IN TERMINI POLITICI, E PROPRIO PER GIUNGERE AL DISCRIMINE FRA OMICIDIO POLITICO ED OMICIDIO TOUT COURT: FONDAMENTALE MA NON AVVERTITO A SUFFICIENZA DALLA GENTE COMUNE, CHE PRODUCE UN INDIGERIBILE MINESTRONE D’IDEE, CONFONDENDO UN PIANO CON UN ALTRO.
- IN FORZA DI QUEL DISCRIMINE, MENTRE NON MI PERMETTO DI GIUDICARE LE RAGIONI POLITICHE POSTE ALLA BASE DEL PENSIERO DI CHI, PER QUELLE, SI INDUCE A DARE LA MORTE, MI SENTO DI ESPRIMERMI QUANDO SI AGISCA CONTRO IL CODICE PENALE, COMMETTENDO REATI COMUNI.
- FONDAMENTALE: IL MIO ATTEGGIAMENTO SPORTIVO PUO’ FORSE MASCHERARE MIE INCONFESSABILI SIMPATIE PER LA SOVVERSIONE. DATO E NON CONCESSO CHE QUESTE ESISTANO, FACCIO PRESENTE CHE PROPRIO IN FORZA DI QUESTE IL MIO GIUDIZIO NEGATIVO SULLE MAFIE ESCE RAFFORZATO, IN QUANTO LA MAFIA INGRASSA, SUL SISTEMA, E’ CONSUSTANZIALE AL MEDESIMO, E’ TANTO POCO SOVVERSIVA CHE VEDE DI MALOCCHIO L’EVERSIONE, IN QUANTO DANNEGGIA I SUOI AFFARI, CHE NECESSITANO DI UN MARE CALMO COME L’OLIO. Suggerisco la visione di “M”, in italiano “M – il mostro di Düsseldorf”, Germania 1931, regia di Fritz Lang.
- UN DISCRIMINE, UNA VALUTAZIONE CHE, LOGICAMENTE CAPOVOLTI, SONO SERVITI AD ORIENTARE L’ATTEGGIAMENTO DELLO STATO ITALIANO IN UN PAIO DI CASI PARADIGMATICI, TALI DA DIMOSTRARE CHE LA MIA NON E’ DISTINZIONE PEREGRINA. Anche il gatto sa che dopo le bombe di Via dei Georgofili, a Firenze, il governo ha trattato con la mafia. Lo stesso comportamento non si è avuto con le Brigate Rosse, per salvare Moro: queste, eversive, non la mafia, alla quale si è riconosciuto uno status… nello stato; nel sistema.
NON BASTASSE: per salvare il sistema, STRONCARE L’ODOR DI MALUMORI SOCIALI - ALL’EPOCA ALTRO NON C’ERA – E SOLO PERCHE’ QUESTI ERANO RITENUTI POTENZIALMENTE EVERSIVI, si è fatto ricorso alla STRATEGIA DELLA TENSIONE, AL SOLITO RECLUTANDO PERSONALE NEI GRUPPUSCOLI FASCISTI, COME GIA’ NEL ’19. QUALCUNO RICORDA ANALOGO IMPEGNO CONTRO LA MAFIA? RESTA CHE, al contrario di quanto ho sentito affermare, non è dalla strategia della tensione che a qualcuno è germinata l’idea di buttarsi in clandestinità, generando le BR: queste sono anzi, oggettivamente, responsabili di aver dato corpo, al vago ectoplasma avversario del sistema, fino a quel momento usato per alimentare quella strategia. No: di là dall'uso strumentale che di esse il potere ha fatto, le BR sono nate avendo quale progetto una pronta rivoluzione appoggiata da vasta platea della classe operaia, da mandare in paradiso, sempre per rimanere nel territorio dell’ingegnoso Elio Vetri che, al pari di Francesco Rosi, faceva i film tagliati con l’accetta. Sòrte che il secondo era stato anche aiuto regista di Luchino Visconti, per “Senso”!
- PER ESPORMI FINO IN FONDO: PREMESSO IL RIFIUTO QUI ESPLICITATO CONTRO OGNI POSSIBILE MAFIA, NON NEGO INVECE di coltivare un certo atteggiamento “BUONISTA”, verso molti casi di delitti comuni. Si sarà notato, forse fino alla noia, che io sono incline A COMPRENDERE LE RAGIONI DEGLI ALTRI, QUINDI A NON GIUDICARE. DELITTI, IN GENERE CONSUMATI DA STUPIDI O INADEGUATI.
Al fondo: IN TERMINI D’ATTEGGIAMENTO D’OSTILITA’ AL SISTEMA, DI SOVVERSIONE, la morte di un certo numero di uomini pur ESSERE NECESSARIA, OVE SIA IN BAZZICA IL FUTURO DELL’UMANITA’ INTERA, O DI UNA SUA PORZIONE; POSSIBILE CHE SI RENDA NECESSARIO PENSARE AL BENE COMUNE ELIMINANDO ANCHE FISICAMENTE GLI OSTACOLI. VA BENE QUALSIASI ARMAMENTARIO CHE POSSA ALLEGARSI ALLA RIVOLUZIONE, ALLA SOVVERSIONE, AL CAMBIAMENTO DEL SISTEMA. I MORTI POSSONO ESSERE CONSIDERATI L’AGNELLO SACRIFICALE, IL CAPRO ESPIATORIO INDISPENSABILE PER IL CONSEGUIMENTO DI UNO SCOPO CHE NEMMENO MI PERMETTO DI GIUDICARE. I GENERALI AMERICANI DIREBBERO: UN EFFETTO COLLATERALE.
Resta che operazioni del genere hanno un significato alla tassativa condizione che, non tanto riescano: la sconfitta va messa in preventivo; piuttosto, che siano decise al termine di un’attenta analisi DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI, DELLA SITUAZIONE SOCIO-POLITICA DEL MOMENTO..
CONSIDERO STRAZIANTE ROMPERE LE UOVA PER FARE LA FRITTATA, E SCOPRIRE A POSTERIORI CHE NESSUNO VUOLE QUELLA FRITTATA, E CHE SI POTEVA DETERMINARLO ANALIZZANDO IL CONTESTO, IN VIA PRELIMINARE. NON AVERLO FATTO, OPPURE AVER SBAGLIATO I CONTI, E’ DA COGLIONI. Non è per caso che i cineasti militanti di sinistra abbiano affrontato controvoglia, e spesso solo per ragioni gastronomiche, il problema del terrorismo, nei loro film: sapevano che, opzione minima, si trattava di mettere in scena “compagni che sbagliano”. In realtà, casi umani.
Il punto non è ragione o torto. La questione, CHE NON E’ GIUDIZIO, si riduce a questo – e non è nemmeno senno del poi –: i brigatisti sono certo autori di – a questo punto, inutili – assassini; ma soprattutto, ed anzitutto, emerite teste di cazzo.
Cesare Battisti deve andare in galera non perché è un assassino: ha agito secondo le sue ragioni; solo perché è un bischero e, come si dice dalle mie parti, per i bischeri non c’è paradiso.
Due avvertenze finali:
- per qualsiasi partito votino, è IGNORANZA ATTIVA anche quella dei 4500 TUBI DIGERENTI, nemmeno uomini, che hanno fatto LA FORTUNA DI BARNUM. Domenica scorsa, leggevo un testo del GRANDE CARDINAL RAVASI che, citando un anonimo antico rabbino, ricordava: “IL SAPIENTE SA QUEL CHE DICE; LO STUPIDO DICE QUEL CHE SA”. MI PERMETTO DI CHIOSARE, IN QUANTO IMMAGINO CHE IL CARDINALE NON FREQUENTI BAR O LOCALI PUBBLICI IN GENERE; SOPRATTUTTO, CHE NON LEGGA LE MISSIVE INDIRIZZATE A “LA NAZIONE” DAI LETTORI DI QUEL FOGLIO: SPESSO LO STUPIDO DICE ANCHE QUELLO CHE NON SA. LO STUPIDO MEDESIMO ANDREBBE INFORMATO CHE E’ TALE: MA NON CONVIENE A NESSUNO… INOLTRE, OVE MESSO AL CORRENTE DEL FATTO, DI SOLITO SI OFFENDE; NON APPREZZA QUELLA CHE, AL FONDO, E’ OPERA DI CARITA’,
- METTO IN CONTO CHE POTREI ESSERE IO, CON QUESTE MIE CIANCE, UNO SPAVENTOSO IGNORANTE, ATTIVO IN QUANTO MI PERMETTO DI ESTERNARE IN PUBBLICO IL FRUTTO DELLA MIA IMBECILLITA’.
Prima di chiudere: è possibile che, nonostante i miei sforzi, tutto il mio ragionamento sembri “di parte”; NON SPORTIVO.
OVE QUESTO FOSSE, ALLEGO LA SEGUENTE CITAZIONE, TRATTA DA “THE 42nd PARALLEL” DI JOHN DOS PASSOS (Prima edizione italiana, Mondadori 1934; traduttore Cesare Pavese)
Da “Bob the fighter”, biografia di Bob La Follette, deputato repubblicano al Congresso degli Stati Uniti d’America.
un oratore arringante dal campidoglio di una repubblica che non era mai esistita;
ma noi ricorderemo
come sedeva fermo nel marzo 1917 mentre Woodrow Wilson veniva eletto per la seconda volta e per tre giorni tenne la gran macchina immobile: Non lo lasciavano parlare; le tribune lo mangiavano d’odio, il senato era pronto a linciarlo,
un uomo massiccio, con la faccia tirata, una gamba sporta nella navata, le braccia conserte e un sigaro masticato all’angolo della bocca
e un discorso mai pronunciato sul tavolino,
un uomo caparbio che non esprimeva altra opinione che la sua.

Vale “anche se tutti…io no”. Matteo, 26/33.

Grazie.

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